Intervista all’artista

Da quanto tempo lavori? Dove hai iniziato?
Fin da bambino, cominciando a lavorare in modo rudimentale l’argilla dei campi tra la povera gente contadina dove sono nato, poi crescendo ho dovuto provvedere fin dalla prima giovinezza al mio sostentamento, a volte trovando lavoro in laboratori ceramici come quello di Nereo Boaretto a Padova, dando una definitiva prova di una passione che mi ha accompagnato per tutta la vita e che non accenna a spegnersi.

Che cosa ti interessa dell’arte della ceramica?
Posso dire di avere esplorato nel corso di una vita le più varie espressioni dell’arte ceramica riuscendo a reinventare con la mia personale sensibilità le tecniche più varie, a volte attratto dagli effetti luministici e cromatici, altre volte dalla componente plastica e materica. Ho riscoperto tecniche antiche e preservate gelosamente da pochi maestri, o forse le ho solo reinventate per il mio tempo. Penso che ciò che più mi attrae della ceramica sia la vastità delle sue possibilità espressive, praticamente infinite, ed il dialogo costante che per suo tramite l’uomo intrattiene da tempo immemore con la materia ed il fuoco.

Qual è la tua tecnica preferita?
Se apprezzi la ceramica nella sua globalità, la ceramica è la tecnica. Sia che la vogliamo chiamare porcellana, gres, raku o terra sigillata.

Chi sono i tuoi maestri?
Molti libri e molta applicazione pratica per districare le formule volutamente imprecise e oscure di quegli stessi libri. Poi la caparbia di rifare quello che altri uomini chiamati mastri sapevano fare, e possibilmente superarli.

Cosa faresti per promuovere l’arte della ceramica a Venezia?
Nella città di Venezia le antiche e valenti arti nostre sono abbandonate e dimenticate a causa del consumismo da vetrina. Sogno di portare le tre arti del fuoco (ceramica vetro metalli) e i loro mastri misconosciuti in piazza per offrire uno spettacolo di forza e bellezza alla cittadinanza intera.

Come vorresti che i tuoi oggetti venissero utilizzati?
Percepiti come opere d’arte nella limitatezza delle loro dimensioni e nella modestia dei materiali, terra, acqua e fuoco, cose indispensabili per la vita dell’uomo.

Che sensazioni hai quando lavori la creta?
Quello che si prova quando si crea con le proprie mani.

Cosa diresti a chi vuole cominciare?
Che non si aspetti di giungere in breve alla conoscenza di una o più tecniche. La ceramica, una volta incontrata, può essere un’amica che svela i suoi segreti solo a patto di camminarle a fianco e di dedicarle passione e dedizione.

Cosa associ al lavoro della ceramica?
La ceramica si ritrova in un numero impressionante della vita di tutti i giorni e nelle più varie occasioni. A volte mi trovo a pensare che possa essere associabile e tutte le discipline umane. D’altra parte, è forse la tecnologia più antica inventata dalla razza umana.

Qual è il tuo colore preferito?
Non è domanda che mi pongo quando lavoro.

Si guadagnano dei soldi lavorando con la ceramica?
Certo, immense fortune, almeno nell’industria e nell’arte. Per chi pratica l’artigianato, i guadagni sono minori.