Il giorno giovedì 14 novembre 2024 nella sua casa di Fossò (VE), all’età di 87 anni, l’artista Argentino Della Regina è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari.
I funerali avranno luogo lunedì 18 Novembre alle ore 15:00 nella Chiesa Arcipretale di Fossò e il suo corpo sarà tumulato nel Cimitero di Fossò.
Su richiesta della famiglia si chiede di devolvere eventuali offerta a favore dell’Associazione S.A.L.V.A.B.I. Onlus di Padova oppure FIDAS.
Una selezione di opere scultoree, tutte realizzate in ceramica con varie tecniche: raku, lustri metallici, oro a terzo fuoco ed in alcuni casi intromissione di sabbia e detriti.
La tematica espressiva richiama concetti spaziali come galassie, nebulose e altre concrezioni cosmiche in un continuo richiamo al divenire, espandersi e corrompersi di una creazione in cui l’uomo è spettatore meravigliato.
La ricerca dell’artista si concentra sul vaso come forma e supporto naturale per sua stessa arte ceramica, ma ne confonde e frastaglia i contorni, aumentando l’oggetto in stratificazioni materiche e annullandolo in fessure e lacerazioni.
Il colore è mutevole, frutto dell’azione sapientemente incontrollata degli elementi: chimici, cinetici, piretici, gassosi.
La tecnica fa largo uso della cottura in riduzione che, da una parte permette al colore originale del metallo, contenuto nei composti chimici dello strato vitreo, di emergere, dall’altro restituisce e lascia cristallizzarsi residui di combustione e fumigazione.
Campi di battaglia, foreste bruciate, cretti di fiumi in secca… questi e non solo i possibili temi ed ispirazioni, coniugati in un richiamo incessante all’azione distruttiva e rigenerante della natura (indagata), del fuoco (domato) e alla insensata spietatezza dell’azione umana sull’umanità ed il creato tutto.
Vaso basso screpolato – 2007Vaso rosso screpolato – 2007Grande vaso materico – 2007Vaso e disco screpolato rosso – 2007
Il piatto per un ceramista è in genere solo un supporto per la decorazione, ma in questa serie di opere di totale rottura a diventare decorazione è la materia stessa del supporto: un materiale innovativo che contiene il colore e che si può modellare, schiacciare, rompere, fessurare e ricomporre.
La modellazione è ridotta al minimo intervento dell’artista: ricavato un disco con una spirale, si imprime una leggera concavità e si lascia che il colore e i suoi contrasti emergano dalla materia nella cottura dell’oggetto.
La cultura giapponese riconosce da secoli un valore intrinseco all’imperfezione e all’incompletezza (wabi sabi), così in un piatto rotto, a cui non serve alcuna decorazione per essere “decorato”, possiamo trovare un richiamo moderno a questo spirito antico, e porci la domanda se ci troviamo di fronte a scultura, pittura o ad una sapiente miscela delle due.
La personale rielaborazione da parte dell’artista di una tecnica recente di rasserenante bellezza: il raku dolce o americano. Superfici rosso-arancio attraversate da fitti crackle in netto contrasto con il nero fumo dell’argilla esposta.
Grande vassoio e ciotole – 2007Grande vassoio e ciotole – 2007Vaso e ciotole – 2007
Ceramica e silice sono materiali scoperti e riscoperti per usi e tecnologie sia antiche che modernissime. Da questi due materiali una serie di collage (o dovremmo dire “verrage” poiché ad “incollare” i pezzi è il vetro) e l’uso inventivo di uno strumento, la trafila, che ha un richiamo giocoso, ma che è uno strumento spesso adottato nella arte ceramica contemporanea per creare forme dall’evidente richiama alla replicazione industriale. Nonostante l’elemento giocoso e fanciullesco, la presenza del disco, che nella poetica dell’artista rappresenta il pianeta Terra, ci scaglia addosso prepotentemente un’interpretazione che è un monito: queste terre sconvolte e martoriate sono il ritratto della nostra sola ed unica Terra.
Le suggestioni sono innumerevoli: tavolette d’argilla cuneiforme, buccheri etruschi, ceramica sigillata romana, raku giapponese, celadon cinese e piatti incisi medievali. Ancora una volta la ricerca tecnica è una riscoperta che non è mai sterile imitazione, ma traduzione e rivitalizzazione del passato e delle sue tecniche perdute o dimenticate nella più fresca sensibilità moderna.
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